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Nacque Chiara nell’anno 1193 da nobili e ricchi genitori in Assisi, e fin da giovanetta dimostrò una grande pietà e devozione. In quegli anni la fama del suo concittadino Francesco cominciava ad allargarsi, e Chiara, decisa di consacrarsi al suo Signore, si presentò a lui per comunicargli il suo ardente desiderio di ritirarsi dal mondo. Francesco riconobbe in questa piissima giovane la chiamata di Dio e perciò la confermò nel suo proposito di consacrare a Gesù Cristo la sua verginità.Venuto il giorno stabilito, Chiara fuggì dalla casa paterna e si portò alla chiesa di S. Damiano ove Francesco, assistito dai suoi monaci, le tagliò i capelli e la rivestì del ruvido saio di penitenza di cui egli era già ricoperto. I suoi parenti, oltremodo irritati per questa sua risoluzione, tentarono in vari modi, anche colla violenza, di sottrarla al sacro ritiro, ma Chiara, colla grazia del Signore, superò ogni ostacolo.Poco dopo si unirono a lei numerose vergini, e perfino sua sorella Agnese: tutte si esercitavano nell’orazione e nelle mortificazioni quotidiane della vita comune, di cui Chiara dava un sì chiaro esempio. Dormiva sulla nuda terra, qualche volta tormentandosi ancora nelle brevi ore di riposo con sarmenti o con duro legno che usava per guanciale. Portava sempre ai fianchi un aspro cilicio, digiunava tre volte alla settimana a pane ed acqua.Devotissima del SS. Sacramento, passava lunghe ore innanzi all’altare, assorta in profonda meditazione. E Gesù la ricompensò di questo suo affetto anche col dono dei miracoli. Infatti avendo una volta i Saraceni tentato di invadere il suo monastero, Chiara, animata da fiducia nel Signore, quantunque inferma, prese tra le mani l’ostensorio e fattasi portare alla finestra minacciata del monastero tracciò sugli infedeli un gran segno di croce dicendo: « Non permettere o Signore che le anime in te fidenti cadano in mano di bestie ». Una luce vivissima allora investì gli assalitori accecandoli, mentre una forza arcana rovesciava le scale e precipitava a terra i predoni.S. Chiara era pure devota della passione di Gesù Cristo, che meditava versando copiosissime lacrime. Da questa devozione attinse tanto amore alla santa povertà che ricusò perfino le proposte fattele dal Papa Gregorio IX di una povertà più mitigata, ed ottenne per sè e per le sue suore quello che chiamò « il privilegio della povertà ».Negli ultimi anni di sua vita, Chiara fu molestata da continue infermità e patimenti corporali, ma colla sua preghiera fervente ottenne dal Celeste Sposo una pazienza invitta, e fra i suoi dolori si dimostrò sempre contenta e serena.Prima di morire fece testamento: non per lasciare beni temporali, ma bensì per lasciare alle figliuole del suo cuore la santa povertà come loro divisa, come loro difesa e come loro gloria, e a 60 anni di età, piena di meriti, nell’anno 1253 rese la sua bell’anima a Dio.
PRATICA. Mettiamo tutta la nostra confidenza in Gesù Eucaristico e saremo liberati da ogni male, specie dal peccato.
PREGHIERA. Esaudiscici, o Dio nostro Salvatore, affinchè, come ci allietiamo della festa della tua beata vergine Chiara, così veniamo ammaestrati nella devozione.
San Alessandro il Carbonaio
Alessandro, che non compare nei calendari antichi, è stato introdotto dal Baronio nel Martirologio Romano. Il santo ci è noto soltanto per un episodio della Vita di san Gregorio il Taumaturgo, scritta da san Gregorio Nisseno.
Gli abitanti di Comana (nel Ponto) invitarono il Taumaturgo a recarsi nella loro città per organizzarvi la comunità cristiana. Quando si trattò di scegliere il vescovo, i vari candidati furono a uno a uno scartati dal santo visitatore. Qualcuno allora, per irritazione o per scherno, propose un carbonaio, Alessandro. Il Taumaturgo lo mandò a chiamare: Alessandro si presentò, lacero e nero di fuliggine. San Gregorio, informatosi minuziosamente su di lui, capì di trovarsi dinnanzi un uomo eccezionale. Alessandro, infatti, era stato ricco e filosofo: aveva tutto abbandonato ed esercitava quell’umile mestiere per ascesi. La scelta quindi cadde senzaltro su di lui, che fu vescovo degnissimo.
Alessandro morì martire, bruciato vivo in una delle persecuzioni del sec. III, forse sotto Aureliano (270-75). Il santo, che è patrono dei carbonai, viene festeggiato l’11 agosto.