Il Vangelo del giorno – 08 Maggio 2015 – amatevi gli uni gli altri
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- Categoria: Il vangelo del Giorno
- Scritto da Francesca Mento
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l Vangelo di oggi: Gv 15, 12-17
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Commento al Vangelo di oggi: amatevi gli uni gli altri
«Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi». Diversamente dagli antichi rabbini, è Gesù che sceglie i suoi discepoli. Gesù si presenta come la Sapienza che chiama, e che si può trovare, se la si cerca. Nei Dodici, che rappresentano le dodici tribù d’Israele, Gesù vede l’umanità intera, in una visione che va al di là della storia e ch guarda «alla rigenerazione del mondo» (Mt 19,28). Tutta la Chiesa è «costituita» da Gesù per andare e portare frutto.
Il comandamento dell’amore è in fondo l’unico comandamento che Gesù ci ha lasciato; amarsi gli uni gli altri sembrerebbe la cosa più semplice da fare e anche la più spontanea ma sappiamo che non è così soprattutto quando l’amore presuppone un perdono e una riconciliazione. Infatti Gesù ci chiede di amarci come Lui ci ha amato fino a dare la vita per noi. In un altro passo del Vangelo ci ricorda: «Se amate coloro che vi amano quale merito avrete? Non fanno così anche i pagani? Amate i vostri nemici». Egli sa che amare quando dall’altra parte c’è qualcuno che ci corrisponde e riconosce il nostro affetto è facile e naturale, ma l’amore di Dio va più in profondità e diventa amore per tutti, in particolare verso coloro che ci odiano e ci respingono. Questo tipo di amore è squisitamente divino ma Egli lo vuole insegnare anche a noi, amandoci Lui per primo e accettando tutte le nostre infedeltà e i nostri tradimenti. «Non voi avete scelto me ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto»: la chiamata ad essere apostoli e testimoni di questo amore non è un merito né un risultato da conquistare ma è dono gratuito. Se Dio ha scelto noi è perché conosce le nostre capacità e i nostri limiti e sa che con il suo aiuto possiamo portare frutti buoni. Quante volte nascondiamo le nostre pigrizie e le nostre paure dietro una falsa umiltà dicendo: «Ma io non sono capace», «questo non lo so fare», «di sicuro sarà un fallimento». Il Signore ci ricorda che è Lui che ci ha scelti e Lui non si sbaglia e non ritira la sua mano; Egli è fedele alle sue promesse e ci chiede di fidarci di Lui. Essere apostoli per il nostro tempo, annunciatori della lieta notizia è quanto mai urgente e necessario e non possiamo sottrarci a questa chiamata. Egli continua a mandare operai nella sua messe chiedendoci soltanto di mettere in pratica il suo amore, iniziando dalle relazioni in famiglia, tra amici, nell’ambiente ecclesiale fino ad ampliare l’orizzonte verso i nostri fratelli più lontani e dispersi: «Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».