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Il Vangelo del giorno – 23 aprile 2015

Il Vangelo di oggi: Gv 6, 44­-51

chi crede ha la vita eterna

In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo gior­no. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcu­no abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
 

Commento al Vangelo di oggi: Storia di un ragazzo qualunque

In Gesù si compiono le profezie di Is 54,13 e di Ger 31,33­-34. Il Signore è venuto ad istruirci di persona! Ma non toglie «un solo iota o un solo trattino» della Scrittura e della voce della Chiesa, che noi ascoltiamo con umiltà, come parola di Dio. Gesù ci parla di persona, e attraverso una «moltitudine di testimoni» (Eb 12,1). Dice san Paolo: «La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi per­ suasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito» (1Cor 2,4).
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È proprio vero ciò che dice Gesù: “chi crede ha la vita eterna”… leggete la storia di un ragazzo albanese: “Un pomeriggio stavo giocando per strada con i miei amici. Mia mamma mi chiamava, vieni in casa che si fa tardi. Io pensai “ancora una partita e vado”. Proprio allora, pochi minuti dopo, una pallottola vagante mi colpì alla schiena. Quel giorno la mia vita cambiò. Rimasi paralizzato agli arti inferiori e costretto a letto. Mia madre fu molto forte e fece di tutto per me, rivolgendosi in ogni posto. Un giorno andò alla Chiesa Cattolica presente in città. Andò come a chiedere l’elemosina, era disperata e non si aspettava neppure una risposta positiva per i tanti rifiuti ricevuti fino a quel giorno. Ma alla Chiesa trovò persone accoglienti, che si interessarono di noi e ci aiutarono. Sentimmo molta gratitudine per i cristiani. Dopo alcuni anni arrivarono le sorelle della P.F.. Mia madre si rivolse a loro per chiedere un aiuto e lì trovammo oltre che un aiuto, una vera famiglia. Le sorelle mi hanno dato la possibilità di trascorrere dei periodi in Italia per fare fisioterapia intensiva, che in Albania dovevo fare da solo. Con il lavoro intenso ho avuto miglioramenti, ora sto in carrozzina, mi sposto da solo, esco. Mia madre intanto iniziò il cammino di catecumenato per ricevere il Battesimo. Dopo di lei, anche io sentii il desiderio di diventare cristiano e nel 2012 abbiamo ricevuto insieme il Battesimo. Il Signore ha benedetto ancora la mia famiglia. Dopo di noi anche mio fratello F. ha conosciuto la fede cristiana e ha chiesto di unirsi a noi ricevendo i sacramenti con la moglie e il piccolo appena nato. L’incontro con la fede e con la comunità cristiana è stato per me come una nuova nascita…”. Chi crede non risolve i problemi, ma trova la sua radice e niente è come prima.
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