Il Vangelo del giorno – 07 aprile 2015
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- Categoria: Il vangelo del Giorno
- Scritto da Francesca Mento
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Il Vangelo di oggi: Gv 20, 11-18 «Donna, perché piangi?»
In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
Commento al Vangelo di oggi:
Può l’uomo peccatore vedere Dio? Nell’Antico Testamento ci sono due affermazioni: «Tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo» (Es 33,20), ma anche: «I privilegiati degli Israeliti… videro Dio e poi mangiarono e bevvero» (Es 24,11). In Gesù, Dio ha preso il volto di un uomo. Dicevano i Padri: «Dio si è fatto uomo perché l’uomo diventi Dio». Gesù «è immagine del Dio invisibile» (Col 1,15) e per questo i cristiani raffigurano Gesù, nell’arte e nella loro vita.
Un intenso dialogo avviene tra il Risorto e Maria di Magdala, la quale, in verità, pensava fosse “il custode del giardino”. Con questa espressione, Giovanni indicava chi si prendeva cura del pezzo di terra, dove il corpo di Gesù era stato deposto dopo la sua drammatica morte in croce. Ma in effetti quell’espressione ha senso per noi che la risurrezione non l’abbiamo vissuta “in diretta”. Infatti, un giardino è un luogo dove nasce la vita, con piante, fiori e profumi, bisogna però di tanto in tanto togliere qualche sasso di troppo, strappare le erbacce che possono soffocare la crescita dei germogli, irrigare con acqua. Così è nel nostro cuore. Non basta vivere emozioni, bisogna vegliare su di esse. E senza la presenza di Gesù dentro di noi, il nostro cuore può indirizzarsi su sentieri pericolosi. Il custode del giardino ci mette in una ricerca continua. Lo vediamo in Maria Maddalena che cerca il corpo di Gesù ed alla fine esce da se stessa cedendo allo stupore, all’estasi. Madeleine Delbrel spiega così questo stato: “Noi siamo tutti predestinati all’estasi, tutti chiamati a uscire dai nostri poveri programmi per approdare, di ora in ora, ai tuoi piani. Noi non siamo mai dei miserabili lasciati a far numero, ma dei felici eletti, chiamati a sapere ciò che vuoi fare, chiamati a sapere ciò che attendi, istante per istante, da noi. Persone che ti sono un poco necessarie, persone i cui gesti ti mancherebbero, se rifiutassero di farli. Il gomitolo di cotone da rammendare, la lettera da scrivere, il bambino da alzare, il marito da rasserenare, la porta da aprire, il microfono da staccare, l’emicrania da sopportare: altrettanti trampolini per l’estasi, altrettanti ponti per passare dalla nostra povera, dalla nostra cattiva volontà alla riva serena del tuo beneplacito”. Quali sono le nostre estasi?