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Il Vangelo del giorno – 30 marzo 2015 - Lunedi Settimana Santa

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

Commento al Vangelo di oggi:

Egli è così innamorato del carcere, da doversi proporre di rivisitare la terra per potersi di nuovo sottomettere ad esso, per quanto è possibile. Attribuisce
un tale valore al fatto di essere soggetto alle sue creature da fare effettivamente in modo, prima di andarsene, nella sera stessa del tradimento, di perpetuare la sua prigionia fino alla fine del mondo, dopo la sua morte. Fratelli, la grande verità sta ogni giorno davanti ai nostri occhi. Egli ha decretato il miracolo perpetuo per il quale il suo corpo e il suo sangue sono presenti in simboli visibili: in questo modo assicura il miracolo perpetuo dell’onnipotenza imprigionata.

(John Henry Newman)

Ancora pochi giorni e Gesù porterà a compimento il progetto del Padre: amare fino al dono di sé. Maria, colei che sa ascoltare profondamente Gesù, rompe il prezioso vaso di profumo, gli unge i piedi e li asciuga con i suoi capelli: è un momento molto intimo. Quanto amore e quanta tenerezza in questo gesto! Solo chi, come Maria, ha saputo accogliere l’amore può capire. Giuda non comprende, ma Gesù continua ad amarlo: “Lasciala fare, i poveri infatti li avete sempre con voi…”. Sì, i poveri li abbiamo sempre… anche oggi,
dopo 2000 anni, e sono tanti.., e quanti gesti di amore e di giustizia possiamo compiere nei loro confronti. Questa povera donna che vuole parlare con noi la conosciamo bene, le hanno ucciso il marito e due figli in questa assurda e interminabile guerra. Durante la notte la sua capanna è bruciata e ha perso tutto. Viene a chiedere una coperta e un po’ di farina. Mariko è un mutwa (la classe più emarginata della società burundese) rimasto vedovo con 5 bambini, ci chiede di poter lavorare per avere riso e fagioli con cui nutrire i figli. Emanuele, handicappato, viene a chiedere le medicine perché ha la febbre molto alta… Come Maria, anche noi tutti abbiamo del “nardo prezioso” da offrire a Gesù presente oggi nel volto di questi poveri: la nostra vita spesa per loro, le nostre capacità messe a servizio, i nostri beni offerti con generosità, affinché ogni persona si senta amata e ritrovi la sua dignità di “uomo” e di figlio di Dio.

 

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