Il Vangelo del giorno – 29 marzo 2015 – domenica delle palme
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- Categoria: Il vangelo del Giorno
- Scritto da Francesca Mento
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Il Vangelo di oggi: Mc 11, 110 -“Il Signore ne ha bisogno”
Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”». Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare. Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!».
Commento al Vangelo di oggi:
Gesù è lasciato da solo nel tabernacolo, dobbiamo amarlo di più, tenerci libere solamente per Gesù. Dirgli spesso «Ti amo», prendendoci cura di tutti coloro che sono non desiderati, non amati, soli.., tutti i poveri.
(Madre Teresa di Calcutta)
Con la domenica delle Palme inizia la Settimana Santa, i giorni dell’amore incondizionato di Dio e della meschinità degli uomini. I giorni dell’annientamento del Signore, del tradimento di Giuda, dei tribunali umani, dei compromessi, del rinnegamento dei vincoli più sacri come l’amicizia, la fedeltà, il rispetto e la riconoscenza verso chi ci ha fatto del bene. Come accostarci a questi giorni sacri? Lasciando spazio al giuda, al Pilato ai crocifissori che vivono in noi. Guai pensare che il volto del traditore, del giudice o dei carnefici non ci appartengano; vivono in noi, abitano nelle pieghe recondite del nostro cuore. Stendiamo il peggio di noi ai piedi del Signore, permettiamo alla divina misericordia di calpestare i nostri peccati. Accogliamo l’invito di Andrea di Creta: «Venite, e saliamo insieme sul monte degli Ulivi, e andiamo incontro a Cristo che oggi ritorna da Betania e si avvicina spontaneamente alla venerabile e beata passione, per compiere il mistero della nostra salvezza. Viene di sua spontanea volontà verso Gerusalemme. Corriamo anche noi insieme a colui che si affretta verso la passione, e imitiamo coloro che gli andarono incontro. Non però per stendere davanti al suo cammino rami d’olivo o di palme, tappeti o altre cose del genere, ma come per stendere in umile prostrazione e in profonda adorazione dinanzi ai suoi piedi le nostre persone. Stendiamo, dunque, umilmente innanzi a Cristo noi stessi, piuttosto che le tuniche o i rami inanimati e le verdi fronde che rallegrano gli occhi solo per poche ore e sono destinate a perdere, con la linfa, anche il loro verde».
Viviamola così questa settimana: stendiamo innanzi al Signore i mantelli delle nostre fragilità, lasciamoci rivestire con candida tunica “cucita tutta d’un pezzo”, la veste della divina spogliazione, dell’amore incondizionato del Creatore nei confronti della sua creatura.