Il Vangelo del giorno – 26 Luglio – Apri la tua mano, Signore, e sazia ogni vivente
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- Categoria: Il vangelo del Giorno
- Scritto da Francesca Mento
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Il Vangelo di oggi: Gv 6,1-15
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
Commento al Vangelo di oggi: Apri la tua mano, Signore
«Apri la tua mano, Signore, e sazia ogni vivente» (Sal 144,16). Il Vangelo di oggi racconta la moltiplicazione dei pani. Un segno importante: in questo modo Gesù ci mostra la Provvidenza divina all’opera, che sazia la fame di ogni vivente. Il Signore apre ogni giorno la sua mano, non per darci solo il pane del corpo, ma anche quello dello Spirito, che ci fortifica interiormente e ci fa crescere fino a raggiungere la misura di Cristo.
Alza gli occhi il Maestro: occhi capaci di immaginare una storia diversa, un presente accogliente, un Bellezza insospettata. La merenda diventa sazietà: “Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto”. Temevano il linciaggio per mancanza di cibo, sono indaffarati per raccattare il superfluo. Con un’inattesa scoperta: ogni cosa dipende dalle mani in cui si trova. Figurarsi: adesso lo vogliono fare Re! Perché un Uomo così risolve i problemi ad oltranza, spiana la strada, assicura il futuro a più generazioni. Nasce qui, sul limitare di un campo pieno di gente con la pancia piena, il fraintendimento che condurrà l’Uomo della Moltiplicazione al patibolo del Calvario. Lui chiede il poco – dei talenti, delle forze, dell’intelligenza – per poter compiere il miracolo dell’esuberanza. La gente capisce il contrario: “abbiamo finito di tribolare, questo facciamolo Re”. E’ dai tempi di Erode che un Dio fantoccio – o tutt’al più funambolo e riccioluto – raccoglie consensi ad oltranza; ma non è il Gesù dei Vangeli. Quello che non sarebbe poi così difficile da seguire perché non chiede troppo. E, ad essere sinceri, non chiede nemmeno molto. Chiede semplicemente tutto. Per farci capire che forse quello che cerchiamo altrove è già in mano nostra. Il resto dipende dalle mani con le quali sceglieremo di collaborare. Cinque pani e due pesci: sembravano nulla in principio. Basterebbe non gufare.