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Il Vangelo del giorno – 14 Luglio – Ascoltate la voce dei Signore

Il Vangelo di oggi: Mt 11,20-24

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In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».

Commento al Vangelo di oggi: Ascoltate la voce dei Signore

Gesù rimprovera le città, egli è l’unico Verbo di Dio che può rimproverare nel modo più efficace: egli insegna le «beatitudini», «come innalzarsi alla destra della gioia», e avvisa quando si imbocca una strada sbagliata che conduce alla perdizione: «Guai a te, guai a voi!». Da parte nostra siamo chiamati ad ascoltare la voce del Signore, a mettere in pratica i suoi insegnamenti, perché solo così potremo percorrere la via sicura che da questo mondo sale al Padre che è nei cieli.

L’attività di Gesù è giunta ad un punto cruciale: il popolo di Israele che attendeva il messia non riconosce in lui il definitivo inviato di Dio. Le città in cui Gesù ha compiuto miracoli e segni si chiudono, lo rifiutano anziché convertirsi. E Gesù non può far altro che costatare l’incredulità di queste persone: la sua invettiva segna l’inizio di quel conflitto che lo condurrà alla morte. Ci sono momenti in cui ci troviamo ad invidiare le persone che hanno avuto la fortuna di vedere Gesù in carne ed ossa, di vedere i suoi miracoli, di ascoltare le sue parole: per loro, pensiamo, è stato più facile credere in Gesù. Ma il Vangelo di oggi ci mette in guardia davanti a questa idea: non sempre il semplice vedere i miracoli conduce ad aprirsi a Gesù. I miracoli sono segni ambigui che possono aprire la strada, stimolare domande, ma che possono anche condurre il cuore all’indurimento. Perché i miracoli conducano alla fede è necessario porsi in un atteggiamento di conversione, di apertura ad una relazione che pretende di modellare il nostro cuore.
Come ci ricordano altri passi della Sacra Scrittura è questa apertura fiduciosa a Dio che dà stabilità alla nostra vita, che ci libera dall’angoscia e dall’ansia. Nell’Antico Testamento, l’invito alla conversione si concretizza nell’invito a tornare a Dio: solo se c’è questa disponibilità di fondo riusciremo a leggere nei miracoli compiuti da Gesù, nelle sue parole, il compiersi del Regno di Dio.

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