Il Vangelo del giorno – 08 Luglio – Il regno dei cieli è vicino
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- Categoria: Il vangelo del Giorno
- Scritto da Francesca Mento
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Il Vangelo di oggi: Mt 10,1-7
In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».
Commento al Vangelo di oggi: Il regno dei cieli è vicino
I nomi dei Dodici sono nascosti nel cuore della Chiesa. Il loro numero rappresenta il nuovo Israele. Il cammino che hanno fatto è esemplare per tutti i discepoli di Gesù che verranno. Essi hanno imparato a conoscere l’uomo Gesù e sono stati testimoni della sua risurrezione. Solo dei discepoli possono essere degli evangelisti, cioè dei testimoni di Gesù, incontrati e scelti personalmente da lui, perché l’evangelizzazione, più che un annuncio della verità, è l’annuncio di colui che è la Verità.
Quando, molti anni fa, abbiamo iniziato la preghiera del mattino e la meditazione giornaliera della parola di Dio, in mezzo a tante altre che ci sommergono nella vita di tutti i giorni, siamo stati spinti, come Pietro, dal bisogno di ascoltare «parole di vita eterna » (Gv 6,68). Ci siamo abbeverati a questa Parola e poi siamo andati per la nostra strada ad assolvere impegni e a incontrare persone, come i nostri programmi e il fluire del tempo ci suggerivano. Così, senza averlo pianificato, da anni viviamo la pagina del vangelo di oggi, che invita a meditare sull’importanza di questi due momenti della nostra giornata: stare con Gesù e andare in missione nel mondo. Dice oggi Matteo: «Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità… Questi Dodici Gesù li inviò, ordinando loro: “Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino”». È la dinamica della vita cristiana: un movimento centripeto verso il Signore per essere da lui istruiti, e uno centrifugo verso il mondo, andando dove i nostri impegni ci portano e annunciando lungo la strada che il regno dei cieli è vicino. È un annuncio che, in modo palese o silenzioso, deve essere portato a tutti, anche a coloro che vogliono starne lontani. È questa la vera evangelizzazione, molto più difficile di quella fatta in chiesa o durante un ritiro spirituale, dove le persone sono già predisposte ad accogliere il messaggio del vangelo. È fondamentale che, nella nostra giornata, ci siano questi due momenti: il tempo dell’ascolto del Signore e quello della missione. Una missione senza ascolto conduce a un puro efficientismo vuoto e cieco; un ascolto senza missione porta a una fede disincarnata e destinata a spegnersi. Una buona combinazione di entrambi i momenti fa crescere nella fede noi e gli ambienti nei quali operiamo. Si agisce credendo e si crede agendo. Questo modo di vivere la fede consente di trasformare una giornata, altrimenti abitudinaria, in un’avventura meravigliosa e sempre nuova. Non è difficile creare occasioni di testimonianza: nascono da sole, basta non soffocarle. E sufficiente dire a una persona afflitta da un problema: «Mi dispiace! Posso aiutarti? Pregherò per te»