Il Vangelo del giorno – 06 Luglio – Mio Dio, in te confido
- Dettagli
- Categoria: Il vangelo del Giorno
- Scritto da Francesca Mento
- Visite: 1521
Il Vangelo di oggi: Mt 9,18-26
In quel tempo, giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.
Commento al Vangelo di oggi: Mio Dio, in te confido
Mio Dio, in te confido, sei tu il mio rifugio, la mia fortezza, la salda roccia in cui posso trovare pace e sicurezza. Guarda alle mie angosce e alle mie difficoltà, guarisci il mio corpo e solleva il mio animo. Fa’ che io possa tornare a lodarti e a ringraziarti per tanti tuoi benefici, poiché solo in te confida l’anima mia. Salvami, Signore, e accoglimi tra le braccia della tua misericordia.
Il brano ci presenta due miracoli, dei quali uno si inserisce nell’altro come una gemma incastonata. La scena è dominata dalla figura di Gesù, che si impone per la calma e la sicurezza con cui si muove, e dalla fede di Giairo e dell’emorroissa. Calma, sicurezza e fede che si contrappongono al caotico stringersi della folla intorno a Gesù nel miracolo di questa donna, e al trambusto e all’agitazione della gente in quello della figlia di Giairo. La fede non genera mai caos, pianto e disperazione, ma fiducia, ottimismo e speranza, anche in presenza della morte. I due episodi sono dominati da due verbi, tra loro correlati: vivere e toccare. Il tornare a vivere dell’emorroissa e della figlia di Giairo sono resi possibili dal toccare o dall’essere toccati dalla persona di Gesù. Anche oggi, nel tempo della chiesa, rischiamo di accalcarci intorno al Signore senza toccarlo o essere da lui toccati in quel modo che cambia la vita. È la differenza tra la fede teologale, che tutti abbiamo ricevuto nel battesimo, e la fede carismatica, che sposta le montagne. E questa la fede che cambia la vita, che rende possibile l’impossibile, che permette alla Provvidenza di scorrere abbondante, che strappa a Gesù grazie e miracoli, come Maria alle nozze di Cana. È chiaro che questa fede è un dono, ma è un dono che deve essere continuamente chiesto nella preghiera e ricercato nella vita, come quel personaggio del vangelo che va in cerca di pietre preziose, finché ne trova una veramente unica, e a quel punto lascia tutte le altre. Un modo per iniziare questa ricerca è andare a spigolare nel nostro passato per ritrovarvi le situazioni e i momenti nei quali il Signore ci ha salvato dai pericoli, ha benedetto la nostra attività o ci ha raggiunti con la sua Provvidenza. Noi dobbiamo solo pregare e ricordare, ricordare e rendere grazie per scoprire un modo di vivere, di pensare e di credere che ci apra orizzonti nuovi. E, come Giairo e l’emorroissa, potremo «toccare» il Signore ed essere guariti dalla nostra incredulità.