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Il Vangelo del giorno – 26 Giugno – Signore, se vuoi, puoi purificarmi

Il Vangelo di oggi: Mt 8, 1-4

gesu purifica lebbroso

Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì. Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato! ». E subito la sua lebbra fu guarita. Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro».

Commento al Vangelo di oggi: Signore, se vuoi, puoi purificarmi

I miracoli di Gesù sono «segni», sono «meraviglie di Dio». Si possono vedere e ammirare solo con la fede, nella speranza e nell’amore di Gesù che ci salva. Spesso Gesù guarisce dei lebbrosi per dire a tutti noi che è venuto a guarire la lebbra del peccato, la lebbra che solo lui può eliminare. Egli ci insegna e ci dona la preghiera, il digiuno, la carità che salva, «perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato»

L’evangelista dichiara che, sceso Gesù dal monte, turbe numerose lo seguirono. Non sono i capi né gli scribi che lo seguono, ma quanti sono privi di malizia e hanno l’animo sincero, non corrotto. In tutto il vangelo voi vedete che sono sempre costoro a seguirlo. Quando Gesù parla, essi l’ascoltano in silenzio, senza interromperlo, senza fargli obiezioni, senza tendergli tranelli, senza voler trovare da ridire su quanto afferma, come invece fanno i farisei. Ecco perché anche ora, dopo un così forte discorso, questi uomini semplici lo seguono pieni di ammirazione. Ma vi prego di considerare anche la sapienza del Signore: come cioè egli sappia variare il vantaggio che può procurare ai suoi ascoltatori, passando dai miracoli agli insegnamenti e, viceversa, dalla dottrina ai prodigi. Prima di salire sulla montagna, il Signore guarisce molti malati, per preparare la strada a quanto deve dire; dopo questo lungo discorso, riprende a compiere miracoli, confermando le parole con i fatti. Dato che ammaestra come uno che ha autorità, deve evitare che qualcuno creda che il suo modo di insegnare sia pura ostentazione e arroganza: perciò fa risplendere anche nelle sue opere la medesima autorità, risanando gli infermi come può farlo chi dispone di un effettivo potere. Così non possono più turbarsi al vederlo insegnare con autorità, quando con la stessa autorità egli opera miracoli.

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