Il Vangelo del giorno – 12 Giugno – Cristo abiti nei vostri cuori
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- Categoria: Il vangelo del Giorno
- Scritto da Francesca Mento
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Il Vangelo di oggi: Gv 19, 31-37
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».
Commento al Vangelo di oggi: Cristo abiti nei vostri cuori
Signore Gesù, tu che hai detto: «Andate a imparare cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mt 9,13) e hai anche detto: «Imparate da me, che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,29), noi ti preghiamo con le parole del Venerabile Paolo VI: «Aiutaci ad ottenere un cuore grande e forte ad amare, a tutti servire, con tutti soffrire, un cuore grande, forte, solo beato di palpitare in unione con il cuore di Dio».
Una festa solo all’apparenza dal sapore devozionale, quella del Sacro Cuore ma che nasconde, in realtà, una grande verità: la misura dell’amore di Dio. Cosa può ancora dirci l’immagine di un improbabile Gesù con gli occhi chiari e i boccoli che apre il mantello e lascia intravvedere un cuore da cui si dipartono dardi luminosi? Non è solo l’immagine di una devozione ottocentesca che ci fa venire il diabete all’anima? Spogliata dalla sua collocazione storica, la festa del Sacro Cuore di Gesù rivela una grande verità: al centro della nostra vita, della fede, del nostro percorso interiore c’è l’amore di Dio. L’amore è al centro, questo dice la festa di oggi. Non la legittima tradizione storica, non i nostri ragionamenti, non le convenienze, non fondamenti etici. Se crediamo in Dio, se abbiamo visto e creduto nell’amore del Padre, lui solo ci spinge a credere e a lottare. Lottare, sì, perché lasciare che sia l’amore a dominare la nostra vita (e la fede) non è affatto scontato. È una continua conversione, una scelta, talvolta dolorosa. Come quella del Maestro e Signore che mostra la misura del suo bene morendo in croce. Oggi, allora, lasciamoci raggiungere dal suo amore che non pone condizioni, che non pesa, che non ricatta, un amore libero, come Dio solo, in Gesù, sa proporre.