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Il Vangelo del giorno – 11 Giugno – Strada facendo, predicate

Il Vangelo di oggi: Mt 10, 7-13

andate e predicate

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi».

Commento al Vangelo di oggi: Strada facendo, predicate

Cristo chiama i suoi discepoli «sale della terra», perché danno gusto con la sapienza divina ai cuori degli uomini resi insipidi dal maligno. Li chiama anche «luce del mondo», perché, illuminati da lui, luce vera ed eterna, sono diventati luce che illumina le tenebre. Egli è il Sole di giustizia e chiama «luce del mondo» i suoi discepoli, perché per mezzo loro illumina tutta la terra con la luce della sua conoscenza

(Cromazio di Aquileia)

Una delle cose più tristi che ho constatato è che ci sono cristiani che sanno fare il bene, ma non collaborano con altri. Hanno grandi capacità, ma attirano troppo l’attenzione su di sè, quasi fossero delle prime donne. È una tentazione subdola, che si vince con la preghiera e il sacrificio, ma si deve vegliare molto. Non è stato così certamente per san Barnaba che oggi ricordiamo. Tra le sue pagine di vita più belle si racconta che “L’ebreo Giuseppe nativo di Cipro si fa cristiano, vende un suo campo e consegna il ricavato “ai piedi degli apostoli”, in Gerusalemme. Così lo incontriamo, presentato dagli Atti degli Apostoli, con questo gesto di conversione radicale. La Chiesa neonata impara presto a onorarlo col soprannome di Barnaba, ossia “figlio dell’esortazione”. E la sua autorità cresce. Un giorno i cristiani di Gerusalemme sono sottosopra perché in città è tornato Saulo di Tarso, già persecutore spietato. Dicono che ora sia cristiano, ma chi si fida? Ed ecco che Barnaba, preso Saulo con sé, “lo presentò agli apostoli”, dicono gli Atti, garantendo per lui. Basta la sua parola: Saulo, che poi si chiamerà Paolo, “poté stare con loro”. Qualche tempo dopo arriva la notizia che ad Antiochia di Siria si fanno cristiani anche dei non ebrei: novità mai vista. La Chiesa di Gerusalemme “mandò Barnaba ad Antiochia”; è l’uomo delle emergenze. E ad Antiochia capisce subito: “Vide la grazia del Signore e si rallegrò”. Nessuna incertezza, nessun “vedremo”, “concerteremo”: subito egli invita “tutti a perseverare con cuore risoluto nel Signore”. Risoluto lui per primo, porta Paolo da Tarso ad Antiochia, predicano insieme, poi insieme portano soccorsi ai cristiani di Gerusalemme affamati da una carestia”.

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