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Categoria: Il vangelo del Giorno
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Scritto da Francesca Mento
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Il Vangelo di oggi: Mt 5, 13-16
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Commento al Vangelo di oggi: Voi siete il sale della terra
Ciò che colpisce nelle parole di Gesù è l’autorità con cui parla. È l’esattezza delle immagini che usa. Il tono non è quello di un interprete della «Legge», ma di chi conosce la volontà di Dio. Le esigenze poste da Gesù superano quelle degli scribi e dei dottori di Legge. Gesù compie la Legge e la supera. «Compiere» significa perfezionare. «Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo»: impariamo a far risplendere la luce di Cristo davanti agli uomini.
Anche se la minestra non è il mio piatto preferito, devo ammettere che può essere buona con un pizzico di sale. Senza non ha gusto, è solo qualcosa che scivola. Essere sale ci richiama a vivere quell’umiltà di chi sta bene con se stesso, ma sceglie di aprirsi agli altri, a chi ha più bisogno, e lo fa per la gioia di dare. Col titolo di “Umiltà” Ernesto Olivero ci racconta una sua esperienza: “L’Arsenale della Pace era ancora un rudere, ma eravamo in tanti a sporcarci le mani. Ci trovavamo dopo il lavoro, invitavamo gli amici, chiunque potesse aiutarci. Un sabato mattina, arrivò anche un anziano distinto. Su due piedi non sapevo cosa fargli fare, ma aveva volontà ed entusiasmo incredibili. Pensai a dei travetti di legno dai quali si dovevano togliere vecchi chiodi. E così fece per diverse volte. Senza mai dirci chi fosse. Lo scoprii solo più avanti quando, di fronte a un problema di progettazione dei locali della nuova chiesa, quell’anziano si fece avanti e disse: «Se volete, sono un ingegnere!». Scoprii così di avere davanti Giulio Pizzetti, un docente di fama del Politecnico di Torino, che aveva insegnato nelle università di mezzo mondo. Senza saperlo avevo incrociato la vita e il desiderio di restituire di un numero uno. Giulio Pizzetti dimostrò con l’esempio cos’è l’umiltà: la scelta dell’intelligenza di far posto agli altri, dare non per dovere né per mostrarsi, ma per senso di giustizia. Giulio mi ha insegnato che pulire i gabinetti e parlare alle Nazioni Unite sono la stessa cosa. Contano le motivazioni, il tuo modo di vedere la vita, la volontà di fare tutto con amore. Dare il massimo, senza montarsi la testa, per dire a se stessi e al proprio cuore: «Ho fatto semplicemente il mio dovere. Fatto con piacere»”. E ce ne sono tanti come Giulio Pizzetti. Ve l’assicuro!