“Fanciulla, io ti dico: alzati!»
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- Scritto da Francesca Mento
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I grandi miracoli non avvengono mai alla luce dei riflettori ma nelle penombra della discrezione. Sono un dono, un bacio d’amore, un segreto da consumare nell’intimità. “Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina …”. Solo nella penombra di una stanza, davanti agli occhi di un ristretto numero di amici, Gesù pronuncia le arcane parole di una nuova creazione: “Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni”. In quelle parole pronunciate con amore i genitori della bambina possono riconoscere la presenz di Dio che si rivela con tutta la sua potenza, un gesto personalissimo da sigillare nell’esclusività di un’intima relazione d’amore. I miracoli sono sempre esclusivi, non si possono moltiplicare: ogni gesto che desta stupore, che sprigiona la fragranza del prodigio, è sempre unico, irripetibile, diverso da un altro. Come il calore di un bacio è sempre particolare, suscita emozioni insostituibili e ineguagliabili così il miracolo: ha sfumature che lo caratterizzano e lo differenziano. Tutti i miracoli di Gesù sono unici, sono diversi gli uni dagli altri, portano il sigillo di un amore che è personale, mai generico ne tanto meno banale. Oltre che riabbracciare la loro bambina, i genitori del brano evangelico possono cogliere il fiore delicato della presenza di Dio: un fiore da mettere sul davanzale della loro vita per non dimenticare mai il profumo del Signore che allieta la vita degli uomini.
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